Critiche e Recensioni
Critiche & Recensioni
L'impressione primaria che scaturisce dalle tele di Rossana Giardini è quella di un mondo distaccato, in un'atmosfera trasognata dove le forme sembrano trascorrere un'esistenza immutabile e fuori dal tempo. Ma si avverte ben presto che le forme dell'artista, in apparenza statiche, sono in realtà, nella sostanza, vivificate ed animate da una vibrazione interiore. Volumi, forme, linee, luci e colori si materializzano nell'ambito di una costruzione spaziale, in cui il taglio degli interni schematici e condotti per zone parallele, la "frontalità prospettica" dei raffinati e lineari letti, interrotta da masse corporee, denunciano la preminenza del valore plastico, del volume che primeggia sulla luce, sul valore di tono e sul moto; ma il tutto cela uno stato di tensione. Si tratta sempre di interni in cui la vita umana sembra assente, quasi assorbita da un vuoto immaginario, sprofondata in una intimità astratta e piena di solitudine. Una tale tematica non rinuncia alla piacevolezza degli intarsi cromatici e alle più sottili preziosità decorative inserite secondo uno schema compositivo perfettamente calcolato. E' questo il segnale di una circolazione, se pure velata, di presenze umane continue e volute che fa questi interni perfettamente precisi, lineari, definiti in ogni parte, ne sottendono un percorso, una lettura tutta da scoprire attraverso gli interrogativi e l'ansia contenuta in immagini velate.
La semplificazione della forma, la sintesi, in pittura e nell'espressione in generale, possono essere perseguite per ragioni diverse e a volte concomitanti. Nel caso di Rossana Giardini, l'essenzialità delle linee e dei colori sembra avere almeno due motivazioni: un'esigenza stilistica, grafica e, un bisogno più profondo ed interessante, che è quello di rendere con maggiore nettezza ed efficacia l'espressività del racconto ed il senso del simbolo. Naturalmente è il secondo filone di motivazioni quello che rende più caratteristica e avvincente la pittura luminosa, fondamentalmente chiarista, dell'artista. Entriamo dunque nel racconto e cerchiamo di distinguere il simbolo che è contenuto in esso. Nelle tele, tutte dipinte ad olio, protagonista assoluta è la donna, a volte apparente, a volte non visibile ma ugualmente presente, in una scena che è sempre la stessa: la camera da letto o più esattamente il letto. Non è certo il caso di interpretare questa simbologia nella accezione più semplicistica e inflazionata che può venire alla mente: quella della condizione femminile o l'altra, ugualmente consunta per essere stata trattata a dismisura e senza costrutto, della sessualità nella coppia; la Giardini affronta attraverso queste particolari metafore i temi ben più universali della solitudine, dell'abbandono, dell'assenza, che sono condizioni che insinuano in ogni tempo e luogo nell'animo umano sensazioni di struggente nostalgia e di dolore. Una tematica triste e nostalgica che nelle opere della Giardini acquista particolare comunicativa grazie anche ad una costante piacevolezza basata su un colorismo delicato e su non rare raffinatezze decorative.
Un'artista pienamente calata nel contesto dell' "arte oggi" consapevole della necessità di una nuova ricerca e carica di certezze. È seguace della "linea riduttiva" del gesto pittorico che si rivolge a una attenta analisi di se stessa. Direi che in lei c'è un'idea "radicalizzata" della pittura; questa sua linearità quasi mondriana, questo suo scoprirsi con interventi geometrici, prova un evento che riassume in sé tutto quanto concerne la sua concezione di arte. Attenta ad un equilibrio geometrico-concreto in senso organizzato usa il colore-luce in "rapporti geometrici come mezzo di organizzazione plastica". La sua realtà è cristallizzata, fissata come lo fa un mezzo meccanico quale l'obbiettivo fotografico. Ed è qui che interviene il colore, la materia pittorica che accende di luce il soggetto, la scena, l'immagine. È un’iperealtà oggettivata da uno strano lindore, da una essenzialità ai limiti della trasfigurazione. La pittrice, ha una sua connotazione precisa, una personalità spiccata, riconoscibilissima nel campo della sua espressività.